Milioni di case italiane hanno bisogno di interventi di riqualificazione energetica. Le “case colabrodo” potrebbero diventare il volano della ripresa economica, soprattutto per un comparto edilizio troppo concentrato sulle nuove costruzioni.
Un italiano spende, in media, tra i 1.500 e i 2.000 euro l’anno per riscaldare la propria casa. Una spesa che potrebbe essere sensibilmente ridotta grazie a interventi di efficienza energetica. Sono i dati contenuti nel rapporto Basta case colabrodo pubblicato da Legambiente. Eppure, come spiega l’associazione ambientalista, non è facile sapere quanto la propria abitazione consumi per il riscaldamento nonostante questa informazione dovrebbe essere un diritto sancito per legge. Durante la presentazione a Roma della nuova campagna di studio dedicata ai temi dell’efficientamento energetico in edilizia Civico 5.0, un altro modo di vivere il condominio, l’associazione ha diffuso questi dati: in Italia, la costruzione dell’82 per cento degli edifici risale a prima dell’entrata in vigore della normativa in materia di efficienza energetica e circa il 16,8 per cento delle case residenziali necessita di interventi conservativi e migliorativi. Anche dal punto di vista energetico, da qui la definizione di “case colabrodo”. Svolgendo un’indagine termografica per un anno (2017) su dieci palazzi condominiali di Roma, Potenza e Napoli costruiti dal dopoguerra in poi, Legambiente ha riscontrato forti dispersioni termiche dai solai, da infissi inadeguati e dalle pareti perimetrali degli edifici.
Cos’è la certificazione energetica
Ormai molto tempo è passato da quando è stato approvato il decreto legislativo sull’efficienza energetica che, tra le altre cose, prevedeva un Fondo per l’efficienza energetica (già previsto da una direttiva europea due anni prima), che finalmente è arrivato. È infatti entrato in vigore a marzo 2018 il nuovo decreto sul Fondo nazionale per l’efficienza energetica; il provvedimento è stato pubblicato il 6 marzo sulla Gazzetta Ufficiale. Sono oltre 180 i milioni di euro stanziati per la realizzazione di interventi di risparmio energetico per le imprese e la pubblica amministrazione. In molte Regioni, però, non esistono ancora controlli adeguati sugli attestati di classe energetica degli edifici. La certificazione energetica è quell’attestato che dovrebbe dire quanto un edificio spreca, in termini energetici, o risparmia. Ebbene, mentre la legge imporrebbe di controllare almeno il 2 per cento degli attestati rilasciati (discorso a parte merita la provincia di Bolzano che prevede il controllo sul 100 per cento) secondo Legambiente spesso manca chi controlla. Addirittura è possibile acquistare le certificazioni sul web, a soli 30 euro. Non stiamo parlando di certificazione false, ma di certificazioni non attendibili e spesso eseguite in modo improprio o non conforme alle norme (che giustifica il prezzo basso dell’offerta). Meglio rivolgersi dunque a un tecnico affidabile e specializzato, che abbia seguito un corretto percorso di formazione in materia.
Un’opportunità per diventare certificatore energetico di edifici, rivolta a ingegneri, progettisti, architetti, periti, geometri, direttori lavori, tecnici che sono alla ricerca di una valida specializzazione nel campo della sostenibilità ambientale, la offre Pedago, ente di formazione online, con il suo corso di certificazione energetica degli edifici, grazie al quale i partecipanti possono ampliare le proprie competenze e conoscenze in fatto di energia applicata in materia edilizia, secondo le recenti disposizioni in fatto di legislazione.
Le abitazioni da riqualificare sono 30 milioni
In Italia sono almeno 30 milioni le abitazioni che necessitano di riqualifica. Un mercato ancora da esplorare. A oggi gli interventi sugli immobili esistenti sono sei volte maggiori rispetto alle nuove costruzioni per un totale di due miliardi di metri quadrati da riqualificare e un giro d’affari da sei miliardi di euro (dati Habitami).
Una riqualificazione energetica da mezzo milione di posti di lavoro
La riqualificazione energetica del parco edilizio italiano potrebbe portare a un risparmio fino al 90 per cento dei consumi di calore generando 500mila posti di lavoro, secondo lo European climate foundation. Per contro costruire e consumare nuovo territorio, senza che vi sia un reale bisogno abitativo, porta all’abbandono, all’incuria e allo spreco energetico. Non solo, ma anche alla perdita di valore immobiliare: una ragione in più, questa, per scegliere la riqualificazione unita a fonti di energia pulita, come le rinnovabili.
Fonte "LIFEGATE.it"