FIMAA VARESE

Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari della provincia di Varese

Pos obbligatorio: in arrivo le sanzioni

 martedì 17 ottobre 2017 | in NEWS

L’uso di bancomat e carte di credito per l’acquisto di beni di consumo è una pratica sempre più diffusa, che ci consente di effettuare pagamenti anche quando non si ha l’immediata disponibilità di contanti.  La cosiddetta “moneta elettronica” rappresenta indubbiamente un vantaggio nei confronti dell’acquirente, cui tuttavia fa da contraltare uno svantaggio per il commerciante, il quale è costretto a dotarsi di un Pos (Point of sale, in italiano: punto vendita), che comporta costi eccessivi e commissioni alte. Ci si chiede: cosa succede se il commerciante dovesse rifiutarsi di ricevere un pagamento effettuato elettronicamente? (Per un approfondimenti leggi anche: Pos obbligatorio nei negozi: quanto costa? e Pos: da settembre obbligatorio in tutti i negozi). Esaminiamo la problematica in oggetto, cercando di dare una chiara risposta al quesito.

La cosiddetta “questione Pos”

La cosiddetta “questione Pos” non rappresenta una novità nel dibattito politico: sin dal Governo Monti, infatti, si discute della necessità di prevedere l’obbligatorietà per i commercianti dell’accettare pagamenti con bancomat o carte di credito. L’argomento ha suscitato sin da subito le polemiche dei commercianti, i quali lamentano costi eccessivi e commissioni alte.

La legge di stabilità del 2016

La legge di stabilità (cioè la legge con cui il Governo regola la politica economica del nostro Paese per un triennio) del 2016 ha, ciononostante, introdotto l’obbligo per i commercianti e professionisti di dotarsi di Pos per la lettura delle carte elettroniche, accettando pagamenti già a partire dai trenta euro (soglia che ora è stata abbassata a cinque euro). Le eventuali violazioni della norma, tuttavia, sono rimaste prive di sanzioni, con la conseguenza che l’obbligo di dotarsi del Pos non ha trovato applicazione, o meglio, la legge di stabilità ha previsto delle sanzioni, ma queste non sono state concretamente applicate. In particolare, ecco le sanzioni che la legge in esame ha stabilito:

  • una multa di cinquecento euro, nel caso in cui si accerti che il commerciante o il professionista non si sia dotato del Pos;
  • in seguito al pagamento della multa, un termine di trenta giorni per acquistare il macchinario, mettendosi così in regola, e di sessanta giorni per comunicare alla Guardia di Finanza l’avvenuta installazione del Pos;
  • una seconda e più salata multa pari a mille euro, nell'eventualità in cui il commerciante o il professionista non dovesse svolgere le incombenze appena indicate;
  • un altro mese di tempo per acquistare il dispositivo e mettersi in regola;
  • la sospensione dell’attività commerciale o professionale fino all’installazione del dispositivo, qualora anche questo secondo avvertimento rimanesse inosservato.

Pos obbligatorio: ecco le motivazioni del Governo

 L’esigenza avvertita dal Governo di apportare un cambiamento allo stato attuale dei pagamenti radica le proprie radici sulle seguenti motivazioni:

  •  i clienti saranno agevolati, in quanto potranno effettuare pagamenti senza avere disponibilità immediata di contanti;
  • l’utilizzo del Pos, aumentando i pagamenti tracciabili, costituirà un utile strumento nella lotta contro l’evasione fiscale;
  • si cercherà di rimediare alla situazione di “arretratezza” in cui si trova l’Italia relativamente ai pagamenti digitali e alle carte elettroniche, che risulta palese effettuando un raffronto con la condizione degli altri Stati europei, nei quali i pagamenti elettronici sono molto più diffusi.

Pos obbligatorio: le critiche

Le argomentazioni del Governo non sono esenti da criticità. È stato, infatti, osservato che:

  • qualche volta sono gli stessi clienti che preferiscono pagare in contanti;
  • l’introduzione dell’obbligo di utilizzare il pagamento elettronico non impedirà al commerciante o al professionista, intenzionato a farlo, di evadere il fisco (il quale potrà, per esempio, usare i contanti senza fatturarli);
  • c’è una notevole differenza tra la situazione italiana in tema di pagamenti elettronici e quella degli altri Paesi dell’Unione europea: il costo delle commissioni bancarie. Il costo di queste ultime risultano di gran lunga più alte in Italia.

Pos obbligatorio: le novità in arrivo

Ebbene, nonostante le criticità evidenziate, entro il 2017 si darà attuazione concreta all’obbligo per i commercianti e professionisti di dotarsi di Pos per la lettura delle carte elettroniche. Il decreto che recepisce la Direttiva Europea concernente le riduzione delle commissioni per i pagamenti di importo minimo (approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri e attualmente in corso d’esame) prevede:

  • una clausola che rimandi al Codice Civile per rendere definitive le sanzioni fino a trenta euro ad operazione per chi rifiuta di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito;
  • la previsione dell’obbligo di possesso del Pos nonché dell’obbligo di accettare transazioni con carta per pagamenti al di sopra di cinque euro (vi è stato un abbassamento di soglia: da trenta euro a cinque);
  • l’introduzione di un sistema di sgravi fiscali o incentivi se si utilizza maggiormente la carta di credito e/o di debito per i pagamenti. L’esercente, il professionista o l’impresa che rispettino la normativa saranno, dunque, premiati;
  • la possibilità, per il cliente, di andare via senza effettuare il pagamento nell’eventualità in cui l’esercizio sia sprovvisto di Pos. In queste ipotesi si potranno lasciare i propri dati e chiedere di essere ricontattati non appena sarà possibile pagare elettronicamente.

Con la prossima Legge di Bilancio 2018 è, pertanto, quasi certa l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche tra privati, e non solo nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (come attualmente previsto).

Chi sarà obbligato a dotarsi del Pos?

L’obbligo di dotarsi del Pos e di accettare pagamenti elettronici anche per importi minimi sarà rivolto a tutti gli artigiani, commercianti e professionisti che lavorano a diretto contatto con il pubblico (si pensi ai bar, agli esercizi commerciali, ai veterinari, a dentisti ecc.). Per quanto riguarda i professionisti, tuttavia, è prevista una esenzione soltanto qualora operino in studi associati e non svolgano lavoro di consulenza diretta con  clienti.

Fonte "La Legge per Tutti - Informazione e consulenza legale"