FIMAA VARESE

Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari della provincia di Varese

Che differenza tra domicilio e residenza?

 venerdì 5 gennaio 2018 | in NEWS

I termini domicilio e la residenza sono sinonimi o hanno un significato profondamente diverso? Ecco cosa dice la legge.

Nel linguaggio comune spesso domicilio e residenza sono confusi: per la legge non è così, in quanto questi termini esprimono due concetti profondamente diversi. La residenza è il luogo in cui una persona ha la dimora abituale (cioè vive in modo stabile e duraturo). Essa va fissata in un determinato Comune e ciò ha effetti importanti per la vita sociale di ogni cittadino. Il domicilio è invece il luogo in cui una persona stabilisce la sede dei suoi affari e interessi: ad esempio, il posto in cui lavora o da cui intende seguire uno specifico affare. Scopriamo con chiarezza quali sono le implicazioni pratiche di questa distinzione.

Cos’è la residenza
Secondo la legge, la residenza è «il luogo in cui la persona ha dimora abituale». In pratica, la residenza è il posto in cui un soggetto vive, l’indirizzo della sua abitazione principale. Ogni cittadino ha l’obbligo legale di fissare la propria residenza nel Comune in cui vive. La residenza va infatti registrata presso gli uffici competenti di ogni Comune (ufficio anagrafe), compilando un’apposita dichiarazione
Alla registrazione formale seguirà un accertamento da parte della polizia municipale: entro 45 giorni dalla dichiarazione, gli agenti si recheranno presso l’indirizzo indicato per verificare se effettivamente il dichiarante risiede in quel luogo. Se la verifica ha esito negativo (e quindi si accerta che il dichiarante non vive presso l’indirizzo indicato), occorrerà pagare una sanzione amministrativa che va da 25,82 euro a 129,11 euro
Se mi trasferisco stabilmente in un’altra città, quindi, dovrò cambiare la residenza recandomi presso gli uffici anagrafici del Comune in cui andrò a vivere. Al contrario, se lascio il mio paese per un periodo breve o comunque temporaneo, il cambio di residenza non è necessario. La residenza, infatti, è fortemente caratterizzata dal concetto di abitualità: essa è il luogo in cui la persona vive abitualmente e in modo permanente. Sotto questo profilo la residenza si distingue dalla dimora, che invece è il luogo in cui un soggetto attualmente vive (esempio tipico è quello della casa per le vacanze estive).

Perché è importante la residenza
La legge quindi impone ad ogni cittadino di fissare la propria residenza e impone sanzioni a chi non vi provvede. Questo avviene perché la fissare la propria residenza in un determinato Comune porta con sé una serie di conseguenze legalmente importanti. La residenza incide quindi sotto vari profili, tra cui si ricordano a titolo esemplificativo:

  • l’iscrizione alla lista elettorale di quel determinato Comune;
  • la scelta del medico di famiglia;
  • gli adempimenti da svolgere in caso di matrimonio;
  • la ricezione di raccomandate o di atti giudiziari;
    la competenza dei tribunali e degli uffici giudiziari in generale;
  • la ricezione di certificati anagrafici;
    la possibilità di accedere ai servizi demografici del proprio Comune.

Per tutte queste ragioni, quindi, è consigliabile cambiare la residenza se il trasferimento in un’altra città avrà una durata molto lunga (per approfondire, ecco Come cambiare residenza). Se invece ci si trasferisce solo per qualche mese, non occorre fissare altrove la propria residenza: cambierà solo la dimora, ma per quest’ultima non bisogna avviare alcuna pratica amministrativa.

Cos’è il domicilio
Il domicilio è invece il luogo in cui una persona stabilisce «la sede principale dei suoi affari e interessi». In pratica, se la residenza indica il posto in cui un soggetto vive, il domicilio rappresenta la sede della sua vita professionale e lavorativa. Ad esempio, che marito e moglie hanno residenza nello stesso luogo, ma due domicili diversi nei posti in cui rispettivamente lavorano (sulla possibilità per la coppia sposata di avere residenze diverse. Le bollette quindi arrivano a casa (residenza); i documenti di lavoro o le pratiche professionali arrivano al domicilio.
Il domicilio può dunque coincidere con la residenza o meno. In quest’ultimo caso, occorrerà eleggere domicilio in un luogo diverso rispetto a quello di residenza. L’elezione di domicilio non è una pratica amministrativa, ma una dichiarazione che di solito si fa per specifici affari.
Ad esempio, se diamo mandato ad un legale di rappresentarci o assisterci in una causa, eleggeremo domicilio nel suo studio professionale: in questo modo tutte le comunicazioni, notificazioni riguardanti la controversia perverranno direttamente in questo luogo. Lo stesso professionista ha di regola il suo domicilio nel proprio studio (la sede della sua vita lavorativa). Ancora, se partecipiamo ad un concorso pubblico ci verrà chiesto se il nostro domicilio coincide con la residenza: se indichiamo un indirizzo diverso, tutte le comunicazioni relative al concorso ci verrano inviate al domicilio indicato. Lo stesso può avvenire quando sottoscriviamo un abbonamento per i servizi di energia elettrica, telefonia e così via.
In poche parole, quando siamo coinvolti in uno specifico affare (o in uno più generale e duraturo come il lavoro), potremo scegliere di eleggere domicilio in un luogo diverso da quello di residenza. Il domicilio sarà in questo caso la «sede» di quell’affare (o di tutti i nostri affari), il luogo che chi interagisce con noi in quello specifico contesto avrà come riferimento.

Fonte "La Legge per Tutti - Informazione e consulenza legale"